La questione, mai dibattuta, se i marmorari romani del XII e
XIII secolo, e più in particolare la famiglia dei Cosmati di Tebaldo e Lorenzo,
ebbero un ruolo più o meno significativo nell’architettura religiosa al tempo
della riconquista dei territori dello Stato Pontificio da parte di Innocenzo
III, al confine tra Lazio ed Umbria, è un capitolo totalmente nuovo della
storia dell’arte e dell’architettura che non risulta essere stato mai
affrontato prima d’ora, almeno non in modo organico, approfondito e specifico
relativamente alle opere cosmatesche. In questo libro Nicola Severino,
affermatosi dal 2010 tra i massimi studiosi di pavimenti cosmateschi al mondo,
offre un primo corposo spunto con una analisi dettagliata dei lacerti
pavimentali e delle opere musive che si trovano in molte chiese, seguendo un
itinerario che vede protagoniste basiliche note e meno note da Lugnano in
Teverina ad Assisi e dall’abbazia di Sassovivo a Foligno, tornando indietro
fino a Spoleto. Un lavoro che può considerarsi base indispensabile per
approfondire ogni possibile indagine futura su un corpus di opere cosmatesche
che lungi dal potersi considerare casi isolati, dimostrano e testimoniano
invece una significativa presenza dei magistri
romani, o delle relative botteghe, al
servizio e al seguito del pontefice delle recuperationes, nell’intento di infondere l’essenza del linguaggio
e dell’arte musiva romana, quale diretta espressione del potere papale sui
territori riconquistati.
Cosmati - visita il nuovo blog cosmati.wordpress.com
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mercoledì 6 maggio 2015
mercoledì 19 novembre 2014
In questo saggio l'autore svela, almeno in parte, la storia e
il mistero che avvolge il pavimento musivo della Cappella Palatina, a
cominciare dalle più antiche citazioni di Filagato da Cerami e di Ugo Falcando
i quali riferiscono di un'opera che ricorda un prato fiorito che non appassisce
mai perché fatto di marmi preziosi, metafora di una eterna primavera. Ma
nessuna traccia di decorazioni floreali si scorge oggi nel pavimento della
chiesa ad eccezione dei sectilia floreali
che decorano la fascia musiva che corre sulle grandi lastre marmoree lungo le
pareti. Un pavimento i cui lineamenti riconducono all'arte islamico-moresca, in
un contesto musivo prettamente bizantino nel presbiterio e islamico nelle
navate, ma che viene stilisticamente corrotto da una forte ed inspiegabile
presenza di patterns che contraddistinguono l'arte musiva cosmatesca romana.
Così, l'impressione di camminare su dei "tappeti orientali", viene
fortemente contrastata dall'impressione di camminare su un pavimento per metà
cosmatesco! A questo si aggiunge un mistero ancora più grande: quello della
diversità dei lineamenti del pavimento che si osserva nei tanti disegni
effettuati dagli architetti inviati dalla Scuola di Belle Arti di Parigi in
Sicilia, appositamente per descrivere e prendere i rilievi dei monumenti
storici. Da Hittorf a Lenoir, da Gailhabaud a Serradifalco, il pavimento della
Palatina assume colori, disegni e connotati sempre diversi, forse spiegabili
solo pensando ai tanti e permanenti restauri portati avanti ininterrottamente dal
XVI al XIX secolo. Tuttavia, una foto non datata, ma molto antica, mostra chiaramente
il pavimento della Palatina in modo diverso da come lo si vede oggi. Tutto ciò
l'autore ha raccolto e descritto, insieme all'analisi documentaria e autoptica
del monumento musivo pavimentale, in una impresa mai tentata prima, volta a
capire e svelare la storia e il mistero del pavimento musivo della Cappella
Palatina di Palermo.
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martedì 1 aprile 2014
Il nuovo libro di Nicola Severino, raccoglie alcuni saggi di fondamentale importanza per gli studi sui pavimenti cosmateschi.
Gli argomenti trattati sono i seguenti:
- Le opere cosmatesche nella chiesa di San Pietro ad Alba Fucens;
- Basilica di San Lorenzo fuori le Mura: un nuovo mistero da svelare;
- Il pavimento musivo della basilica di Santa Maria Antiqua: un nuovo contributo per la sua datazione e attribuzione;
- La firma dell’Artista: il repertorio musivo definitivo della bottega di Lorenzo;
- Le fasce marmoree che formano le partizioni reticolari, le rotae, le guilloche, iquinconce e i dischi dei pavimenti cosmateschi;
- Il pavimento cosmatesco della Cappella di San Zenone in Santa Prassede a Roma: un falso carolingio?
- La controversia sul pavimento musivo della chiesa abbaziale di Montecassino: aveva ragione Ermenegildo Scaccia Scarafoni o Herbert Bloch e Angelo Pantoni?
Gli argomenti trattati sono i seguenti:
- Le opere cosmatesche nella chiesa di San Pietro ad Alba Fucens;
- Basilica di San Lorenzo fuori le Mura: un nuovo mistero da svelare;
- Il pavimento musivo della basilica di Santa Maria Antiqua: un nuovo contributo per la sua datazione e attribuzione;
- La firma dell’Artista: il repertorio musivo definitivo della bottega di Lorenzo;
- Le fasce marmoree che formano le partizioni reticolari, le rotae, le guilloche, iquinconce e i dischi dei pavimenti cosmateschi;
- Il pavimento cosmatesco della Cappella di San Zenone in Santa Prassede a Roma: un falso carolingio?
- La controversia sul pavimento musivo della chiesa abbaziale di Montecassino: aveva ragione Ermenegildo Scaccia Scarafoni o Herbert Bloch e Angelo Pantoni?
Saggi fondamentali, questi, che offrono un aggiornamento dello stato delle ricerche, delle ipotesi di datazione e attribuzione e dei nuovi metodi investigativi in merito, ferme in generale dal 1980, anno di pubblicazione dell’ultimo studio specifico di Dorothy F. Glass, che ha costituito per decenni l’unica fonte sull’argomento.
Per l’anteprima ed acquisto vedi:
martedì 22 gennaio 2013
Pavimenti Cosmateschi della Tuscia e della Sabina
Il nuovo libro di Nicola Severino, sui pavimenti cosmateschi della Tuscia e
della Sabina, è stato pubblicato con la stampa di ilmiolibro.it. Il volume
rappresenta in assoluto la prima indagine completa ed approfondita su tutti i
pavimenti cosmateschi che esistono nel territorio della Tuscia e della Sabina.
Nel suo consueto modus operandi, l’autore propone, alla luce della
conoscenza acquisita dall’analisi storica, stilistica e autoptica di tutti i
pavimenti del Lazio e della Campania, nuove e suggestive ipotesi di datazione e
di attribuzione. Risulta ancora una volta che la visione, spesso distorta e
astigmatica, degli autori che si sono occupati di questo argomento, viene
corretta sulla base storica e focalizzata, sull’analisi stilistica, ad una unica
soluzione che prevede l’opera quasi esclusiva della bottega di Lorenzo su
committenza del papa Innocenzo III, nell’ambito dell’espansione e
dell’arricchimento artistico del territornio a nord del Patrimonium Sancti
Petri.Nicola Severino non si smentisce con questo volume che, insieme ai
monumentali Pavimenti Cosmateschi di Roma, e la serie di tre volumi
giganti Le Luminarie della Fede, itinerari d’Arte Cosmatesca nel Basso Lazio
e nell’Alta Campania, formano realmente il “corpus cosmatorum” più grande,
aggiornato, dettagliato e innovativo di tutta la letteratura
sull’argomento.
Leggi le prime 40 pagine e se ti piace acquistalo.
http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=919339
http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=g7Wb6EKM6bg
Leggi le prime 40 pagine e se ti piace acquistalo.
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domenica 4 novembre 2012
Il Pavimento di Santa Maria Antiqua: un nuovo contributo.
Il pavimento musivo della chiesa di Santa Maria Antiqua al Foro Romano è stato oggetto, nel corso dell'ultimo secolo, di numerose indagini archeologiche nel tentativo di trovare una sua datazione ed attribuzione. In particolare, del pavimento di tipo tessellato che sta davanti all'abside se ne sono occupati in dettaglio Dorothy Glass, Peter Cornelius Claussen, Alessandra Guiglia Guidobaldi ed altri studiosi, in pubblicazioni degli anni '80 che avevo analizzato nel 2011. Questo nuovo contributo deriva dalle constatazioni de visu che ho potuto fare durante una mia visita alla chiesa, grazie all'apertura straordinaria dei cantieri di restauri dal 1° ottobre al 4 novembre del 2012. Il risultato è sorprendente e costituisce una novità assoluta nel campo delle indagini condotte su questo monumento.
Nicola Severino
Il saggio può essere letto qui:
http://www.scribd.com/doc/111667847/Santa-Maria-Antiqua-Un-Nuovo-Contributo
http://www.scribd.com/doc/111667847/Santa-Maria-Antiqua-Un-Nuovo-Contributo
Nicola Severino
Il saggio può essere letto qui:
http://www.scribd.com/doc/111667847/Santa-Maria-Antiqua-Un-Nuovo-Contributo
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martedì 25 settembre 2012
PAVIMENTI COSMATESCHI DI ROMA
Da oggi 25 settembre 2012 è disponibile il mio volume
PAVIMENTI COSMATESCHI DI ROMA
Storia, leggenda e Verità
Edizioni ilmiolibro.it, Roma, 2012
Formato A4, colori, copertina rigita + sovracoperta
centinaia di illustrazioni colori, b/n, pp. 612.
Prezzo di copertina euro 125.
Prezzo scontato (iva inclusa) 95 euro + spedizione.
Acquisto on line con carta di credito:
http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=876579
Pavimenti Cosmateschi di Roma
Presentazione
I pavimenti
cosmateschi di Roma costituiscono un insieme tra i più importanti monumenti
italiani relativamente a quell’arte musivaria
et quadrataria che affonda le proprie radici nella scuola bizantina fondata
dall’abate Desiderio nel monastero benedettino di Montecassino.
Nell’ambito
di un più ambizioso progetto personale di studio, analisi e ricapitolazione
storica dei pavimenti cosmateschi e simili esistenti a Roma, nel Lazio, nella
Campania e nel resto dell’Italia Meridionale, l’autore, Nicola Severino, ha
realizzato questo volume, unico al mondo sull’argomento specifico, anche con il
preciso scopo di colmare una lacuna della storia dell’arte medievale che si
protrae dal 1980. In
quell’anno, infatti, una studiosa inglese, Dorothy Glass, pubblicò la propria
tesi di laurea sui pavimenti cosmateschi di Roma e da allora le sue ricerche
non sono state mai più riprese, né verificate, né aggiornate. Solo alcuni
studiosi hanno riproposto, di volta in volta e saltuariamente, sintetici
riferimenti riguardo le opinioni e le ipotesi della studiosa relativamente ad
alcuni pavimenti cosmateschi di Roma e del Lazio, senza tuttavia che queste
fossero mai suggellate da appropriate verifiche. In tal modo è cresciuto una
sorta di mito intorno al libro di Glass, divenendo l’unico punto di riferimento
imprescindibile per tali ricerche, eppure senza mai avvalersi dell’ausilio di
nuove ricognizioni che potessero confermare le numerose descrizioni ed ipotesi.
Nel frattempo il mito dei pavimenti cosmateschi di Roma è andato crescendo
sempre più anche per la loro bellezza universale, il loro linguaggio simbolico
e pregno di messaggi filosofico-religiosi, per le loro misteriose vicende
storiche. Tuttavia, la mancanza di uno studio analitico comparativo degli
stessi, dal punto di vista stilistico e documentale, ha fatto si che le poche
notizie specifiche sulla loro natura, struttura, storia e attribuzione, fossero
ricavate in massima parte dal libro di Glass, con qualche debita eccezione per
un paio di pubblicazioni recenti le quali, tuttavia, non hanno carattere
specifico sui pavimenti cosmateschi.
Questo libro,
quindi, nella sua ambiziosa prospettiva, si propone di colmare una lacuna di
vasta portata che in oltre trent’anni non ha portato significativi progressi
nello studio di questi straordinari monumenti che costituiscono, nel loro
insieme, e nella mia opinione, un corpus d’arte medievale romanica non certo
inferiore per importanza e bellezza ai mosaici che ornano le absidi delle stesse
chiese dove essi si trovano. Nel caso dei mosaici, però, la letteratura
scientifica e divulgativa è sterminata. Diversamente, nel caso dei pavimenti
cosmateschi, è limitata alla sola opera di Glass del 1980. Oltre al modus operandi, alle tesi, ipotesi e
ricerche storiche fatte da Glass e qui analizzate rigorosamente, l’autore propone il suo personale modus operandi, grazie all’analisi sul
posto di tutti i pavimenti cosmateschi esistenti nel Lazio e nella
Campania, grazie al quale è stato
possibile formulare le nuove ipotesi, scaturite da profonde riflessioni di
natura architettonica, artistica, storica e religiosa che nell’insieme delle
altre pubblicazioni specifiche formano un corpus letterario che è il più vasto
mai pubblicato sui pavimenti cosmateschi.
Lo studio
presentato in questo libro, apre nuovi orizzonti sulla conoscenza dell’arte cosmatesca.
Aiuta a sistemare nuovi importanti tasselli nella cronologia dei marmorari
romani tra il XII e il XIII secolo, e sulle attribuzioni alle relative
famiglie, con ipotesi suggestive e a volte coraggiose per porsi in netta
contraddizione con le moderne apparenze e i luoghi comuni normalmente
riproposti da sempre a danno di una diversa realtà storico-artistica. A volte
tali ipotesi sono scomode, bizzarre, controcorrente e sembrano un controsenso,
ma esse sono il frutto di un meticoloso lavoro di analisi documentale e di
comparazione stilistica fotografica e nella realtà dei singoli monumenti.
L’occhio allenato ai dettagli, è in grado di cogliere particolari mai visti
prima e di trovare soluzioni impensabili fino a poco tempo fa. Ciò riguarda la
maggior parte dei monumenti pavimentali musivi, di Roma, come del Lazio. A
partire già dalla netta differenza, storica e stilistica che si confonde oggi
nelle mille trasformazione tra quei monumenti che possono definirsi pavimenti
precosmateschi e quelli cosmateschi, è stato possibile individuare i singoli
caratteri artistici che contraddistinguono le varie botteghe marmorarie, il
loro percorso attraverso le committenze che li vide impegnati nelle più grandi
basiliche paleocristiane di Roma e del Patrimonium
Sancti Petri. Tale distinzione ha permesso di ricostruire il filo
conduttore che lega la koiné artistica
della bottega di Lorenzo tra il XII e il XIII secolo, attraverso i mutamenti
dai caratteri stilistici riconoscibili e riconducibili per analogie ad altri pavimenti
simili e coevi. Si è potuto spiegare, finalmente, il mistero della coesistenza
di tratti pavimentali dai caratteri prettamente precosmateschi e quelli, in
netto contrasto, di epoca cosmatesca del XIII secolo. Si è potuto osservare gli
elementi di transizione che legano cronologicamente lo sviluppo dei pavimenti
realizzati dai primi decenni alla fine del XII secolo, riscontrando la
predominanza assoluta dell’imponente lavoro della bottega di Lorenzo e, infine,
i caratteri più moderni, se si può dire, che richiamano ad una fase di fine
dello sviluppo artistico dei pavimenti cosmateschi, con i monumenti realizzati
dagli ultimi artisti, come Cosma e i figli Luca e Iacopo, fino a circa la metà
del XIII secolo.
Si è potuto
stabilire con sufficiente precisione una mappa dei pavimenti cosmateschi
ricostruiti in modo parziale o totale ad iniziare dal XV secolo fino al XIX
secolo e di quelli che appaiono essere, in tutti i loro caratteri, come delle
ricsotruzioni arbitrarie derivate dal reimpiego di materiali provenienti da
altre chiese. Il caso più clamoroso ed importante è costituito dal pavimento
della basilica di San Giovanni in Laterano e da quello della chiesa di San
Nicola a Genazzano. Si è scoperto,così, che non basta fidarsi delle apparenze e
che ciò che si vede non è detto che debba corrispondere sempre a ciò che è
stato nella realtà e nella storia. Sulla base di questi presupposti, il libro
di Nicola Severino, racconta la vera storia dei pavimenti cosmateschi di Roma,
sfatandone miti e leggende metropolitane e riscoprendone la vera natura
artistica e storica.
INDICE DEL PRIMO VOLUME
I COSMATI, CENNI
STORICI
Premessa e
introduzione
9
Un accenno storico 10
Chi sono i Cosmati 11
I Cosmati, uomini misteriosi 12
L’arte senza volto 13
Cronologia dei
marmorari romani 14
Il Precosmatesco e il
Cosmatesco 19
Esempi di pavimenti
precosmateschi di Roma 20
I pre-Cosmati 21
Basilica di San
Clemente 22
Basilica di Santa
Maria Maggiore 23
Basilica di San
Giovanni in Laterano 23
Basilica di Santa
Croce in Gerusalemme 24
Basilica di Santa
Prassede 25
Basilica dei Santi
Quattro Coronati 25
Oratorio di San
Silvestro nella Basilica dei Santi Quattro Coronati 31
L’opus tessellatum dei
Cosmati 33
I pavimenti musivi a
partizioni reticolari 41
Il pavimento della
basilica di Santa Maria Antiqua 45
Cenni sulle diverse
tipologie di mosaici pavimentali 50
Il pavimento
precosmatesco della chiesa abbaziale di Montecassino 54
La Guilloche e il Quincux: storia, iconologia e sviluppo
iconografico 56
Pavimenti bizantini in
presunta relazione con quello di Montecassino 73
Elementi di incertezze 79
Il repertorio
geometrico dei pre-Cosmati e quello della bottega di Lorenzo: tesi e confronti 82
La chiesa di Santa
Maria di Castello a Tarquinia: un’altra firma cosmatesca non ancora
bene identificata 85
I patterns dell’antico
pavimento della basilica di Montecassino 97
L’età del pavimento
cassinese di Desiderio 102
Gli elementi
stilistici essenziali dei Cosmati nei pavimenti di Ferentino e Anagni e il confronto
con gli altri
pavimenti di attribuzione ipotetica 106
Il passaggio di Iacopo
nella cattedrale di Terracina 114
INDICE DEL
SECONDO VOLUME
Decadenza e Rinascita 5
Pavimenti cosmateschi di Roma 13
I pavimenti “ri-cosmateschi” 13
L’opera della Glass 17
Lista delle chiese con pavimenti cosmateschi descritti da
Glass 21
Edward Hutton: The Cosmati 22
Il mio modus operandi 23
Evoluzione dei pavimenti cosmateschi 24
Confronti e differenze tra gli elementi principali dei
pavimenti cosmateschi
Ed altri presi a modello (Ferentino-Anagni) 24
Elenco delle chiese visitate 26
Pavimenti precosmateschi realizzati sul modello di
Montecassino 29
Pavimenti cosmateschi realizzati in chiese al tempo in cui
vi erano insediamenti
Benedettini 29
San Benedetto in Piscinula 31
San Cesareo de Appia 53
San Clemente 59
San Crisogono 81
San Giorgio in Velabro 101
San Giovanni a Porta Latina 107
San Giovanni in Laterano 119
San Gregorio al Celio 139
San Lorenzo fuori le mura 163
San Marco Evangelista al Campidoglio 195
San Saba all’Aventino 215
San Silvestro in Capite 225
Santa Croce in Gerusalemme 229
Santa Francesca Romana 243
Santa Maria in Aracoeli 249
Santa Maria in Cosmedin 277
Santa Maria in Trastevere 299
Santa Maria Maggiore 317
Santa Prassede 341
Santi Bonifacio e Alessio all’Aventino 353
Santi Giovanni e Paolo al Celio 363
Museo “Case Romane” al Celio 387
Santi Nereo e Achilleo 391
Santi Quattro Coronati 397
PAVIMENTI COSMATESCHI
MINORI, FRAMMENTI, CITAZIONI STORICHE
Sant’Agnese in Agone 417
Sant’Ambrogio in Pescheria (o della Massima) 418
Sant’Apollinare a Piazza Navona 418
San Bartolomeo all’Isola 419
Santa Cecilia in Trastevere 421
San Clemente (integrazione) 425
Santi Cosma e Damiano al Foro Romano 427
Sant’Eustachio 430
San Giacomo alla Lungara 430
Sant’Ivo dei Bretoni 431
San Lorenzo in Lucina 436
Santa Maria in Aquiro 437
Santa Maria in Domnica 437
Santa Maria della Pace 438
Santa Maria in Scala Coeli alle Acque Salvie (Abbazia delle
Tre Fontane) 439
Santa Maria in Via Lata 441
San Michele Magno (o in Sassia) 442
San Nicola in Carcere 442
San Nicola dei Prefetti 442
San Pancrazio 443
San Pietro in Vaticano 443
Casina Pio V nei Giardini Vaticani 444
Basilica di San Pietro in Vaticano 445
Grotte Vaticane 447
Cappella Sistina (in Vaticano) 450
Stanza della Segnatura (in Vaticano) 452
Santa Sabina all’Aventino 453
Sancta Sanctorum in Laterano 455
Santa Balbina 462
Santa Maria sopra Minerva 462
Santi XII Apostoli (Convento) 463
Altre chiese: 463
San Tommaso in Formis, SS. Silvestro e Martino ai Monti, San
Nicola de Calcarario
In Largo di Torre Argentina, Santa Maria in Monticelli, Santa Maria della Tinta,
San Pietro in Montorio (Tempietto del Bramante), San
Salvatore in Onda, San Matteo
In Merulana, Chiesa della Decapitazione di San Paolo
(Abbazia delle Tre Fontane),
Sant’Agata dei Goti, Sant’Anastasia al palatino, Sant’Angelo
in Pescheria, Santa Croce
E San Bonaventura de’ Lucchesi, Santa Susanna, Sant’Omobono,
l’Annunziatella tra
L’Ardeatina e Grotta Perfetta, San Paolo fuori le mura,
Santuario di Nostra Signora del
Cuore in Piazza Navona. 470
Elementi fondamentali dei pavimenti cosmateschi e loro
tipologie:
il Quincux, la
Guilloche 471
Il vero intento dei Cosmati 375
Come ho scritto questo libro 481
Elenco delle chiese con opere pavimentali descritte in
questo libro 482
Itinerario cosmatesco romano 483
Bibliografia 485
L’autore 491
Indice 493
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