martedì 3 gennaio 2012

Studies on Cosmatesque Pavements

E' arrivato! Può sembrare strano che l'arrivo di un libro dagli Stati Uniti possa essere motivo di euforia, ma in questo caso la tensione nell'attesa e la gioia nel riceverlo e saperlo salvo, "arrived safely" come dicono gli inglesi, senza essersi perso nei meandri delle spedizioni dei pacchi del periodo natalizio, diventa gioco forza motivo di soddisfazione. In realtà, prima di ordinare l'unica copia usata in vendita esistente al mondo di questo introvabile Studies on Cosmatesque Pavements di Dorothy Glass, ho avuto diversi dubbi tra cui il più forte e fondato era proprio quello dell'incertezza di vederlo arrivare sano e salvo a casa in un periodo, quello delle feste natalizie, in cui è risaputo che le Poste Italiane sono messe a dura prova. Questa copia, che presenta una leggerissima ripiegatura su tutte le pagine causata da un "trauma da colpo" nello spigolo destra alto del volume, un come accade alle pagine dei quaderni dei bimbi dell'asilo che poi fanno le "orecchie" e un consunta dai 32 anni che ormai vanta di vita, l'ho acquistata al prezzo di 100 dollari americani, ma ho dovuto aggiungerci quasi la metà di spese di spedizione!
Perchè l'ho acquistato? Cosa mi ha convinto a farlo?
In realtà, ai primi di dicembre avevo già preso appuntamento con la Biblioteca di Storia dell'Arte che è a Palazzo Venezia a Roma dove si conserva una delle quattro copie di questo libro esistenti in Italia (con la mia ora fanno 5!), per visionarlo e possibilmente fotografarlo o fotocopiarlo. Insomma, a me serve leggerlo averlo a disposizione per studiarci, per confrontare le tesi, le notizie sui pavimenti cosmateschi. Poi, ripensandoci, e dopo aver preso informazioni sulle possibilità di riprodurlo ridotte al solito 15% del volume, che tra l'altro già avevo grazie alle fotocopie di una studentessa di architettura che mi aveva contattato per degli studi specifici sull'argomento, ho capito che forse avrei dovuto cercare di fare questo passo, cioè di prendere una copia originale del libro. Se avevo visitato tanti luoghi, al costo di tanti sacrifici, soldi spesi e tempo dedicato alle ricerche, allo studio e composizione dei già dieci volumi che ho prodotto sull'argomento, significava questo passo era ormai d'obbligo. Anche perchè questo libro dopo 32 anni è ancora attualmente il solo volume che tratta in modo esclusivo, specifico, dei pavimenti cosmateschi dell'Italia centrale e soprattutto quelli di Roma. Mi occorreva per tanti motivi: per avere il quadro completo delle informazioni tecniche e bibliografiche, per conoscere in dettaglio le tesi di Glass su ciascun monumento musivo, perchè è un libro citato da tutti gli studiosi fino ai nostri tempi, perchè in questi decenni è diventato il best-seller, il manuale, la bibbia dei pavimenti cosmateschi, nonostante sia solo la tesi dattiloscritta di una studentessa inglese di Storia dell'Arte, pubblicata sotto gli auspici della sua università.
Non so perchè sia toccato a me, oggi, sfatare i luoghi comuni che questo volume ha tramandato alle generazioni di studiosi successivi dell'argomento cosmatesco; non so perchè debba essere io, oggi, il solo ( o primo ) italiano a riscrivere in modo completo la storia dei pavimenti cosmateschi in Italia (di recente l'ha fatto in modo parziale e generale Paloma Pajares Ayuela nel suo Cosmatesque Ornaments... del 2002, ma è in inglese e non approfondito come dovrebbe essere), mentre Luca Creti ha trattato l'argomento (In Marmoris arte periti... 2010) solo per quanto riguarda alcuni monumenti pavimentali specifici.
Il libro di Glass è, quindi, ancora oggi un monumento unico e ancora da scoprire nei dettagli; una fonte di informazioni preziosa e introvabile.
Certo, sarei potuto andare due o tre volte a Roma, alla biblioteca predetta per farmi scansionare (le fotocopie non le fanno più) e mettere sulla pennetta il 15 % del libro ogni volta, se avessero concesso di farlo, ma mi sarebbe costato di più che comprare la mia copia! E avrei avuto solo delle sbiadite immagini da visionare solo al computer.
Perciò, adesso che posso sfogliare il mio libro cartaceo, l'originale, anche se una copia usata, ma tutto sommato, in ottimo stato, sono contento di averlo acquistato. Ci voleva. Era un traguardo obbligato. Una via della conoscenza forzatamente da percorrere a piedi e lentamente, ma con spirito di libertà e sete di conoscenza. L'ho ordinato tramite Amazon.com alla "myopicbook" americana, di cui non avevo mai sentito parlare prima. Dopo un veloce e preciso scambio di mails (in America ti rispondono dopo 5 minuti alle mails non come in Italia che nei casi fortunati accade dopo diversi giorni, mentre, per esperienza personale, da molti non ho mai avuto nemmeno risposta!), mi sono rassicurato sulla serietà del venditore, il feedback era al massimo, il sito web lasciava ben sperare...così ho fatto "click" su acquista. Il superpacco è arrivato, come previsto da Amazon, tra il 22 e il 30 dicembre esattamente la mattina del 30, con una "tassa aggiuntiva" di 10 euro sull'acquisto, dato che è arrivato tramite corriere SDA. Il paccone sembrava contenere un videoregistratore gigante, invece dentro c'era solo il libro della Glass che per quanto di 240 e passa pagine, è un volume di 3 cm di spessore e formato A4.
Chi studia con passione queste cose, può immaginare l'emozione e la gioia nell'aprire il pacco ed avere tra le mani finalmente questa preziosa opera le cui pagine, leggermente sbiancate dal tempo, odorano già di libreria antica...
La copertina di cartoncino morbido color rosso antico, come i porfidi dei pavimenti cosmateschi, ha solo il titolo in caratteri giganti, il nome dell'autrice e sotto l'edizione BAR International series 82, 1980.
Alla copertina è attaccata quasi per un quarto la seconda pagina che mostra al centro solo un angioletto che suona la tromba, come per annunciare qualcosa di... speciale! La rilegatura, in tipo brossura, è delicata e già provata dai lunghi 32 anni di vita. Non posso piegare il ibro al centro perchè potrei rovinarlo. Svolgo velocemente le pagine verso la metà del volume: il testo è dattiloscritto, non è impaginato, non è giustificato, non ci sono corsivi.. non è l'opera di una tipografia... è un semplice dattiloscritto. Alla fine del testo ci sono molti disegni di schemi geometrici dei pavimenti cosmateschi visti dall'autrice e in fondo al volume sono aggiunte, ripiegate, come si faceva per i testi del '700, due tavole che raffigurano in dettaglio una il pavimento della chiesa dei Santi Quattro Coronati, particolarmente in grazia alla studiosa, e l'altra quello della chiesa di S. Andrea in Flumine a Ponzano Romano. Tra queste vi sono decine e decine di fotografie in banco e nero, per la maggior parte tratte dal fondo dell'Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione.
Non mi pento di averlo acquistato, specie ripensando a quante volte ho speso gli stessi soldi in modo meno costruttivo o comunque per fare solo un paio di visite a monumenti cosmateschi. Ci voleva anche questo, era necessario e non da ultimo, sono contento di avere la quinta copia esistente in Italia di questo volume.