lunedì 19 dicembre 2011

I Cosmati nell'arte, parte prima: Giotto

INFLUENZE COSMATESCHE NELL’ARTE PITTORICA DAL XIV AL XVI SECOLO

La bellezza estetica e spirituale che le opere cosmatesche dovettero suscitare negli animi dei giovani artisti che si formarono nel periodo immediatamente successivo ai marmorari del XII e XIII secolo, finirono per influenzare in modo determinante tutta l’arte pittorica fino a tutto il Rinascimento.

La finezza delle decorazioni minute che i maestri Cosmati e marmorari dell’Italia centro meridionale lasciarono in eredità ai loro successori, non poteva passare inosservata e non poteva non essere accolta con entusiasmo dai giovani talenti che formarono le scuole pittoriche, specie quelle del XIV secolo, quando l’arte cosmatesca lasciava un’impronta ancora troppo forte e vivida, perché ben conservata, che era davanti agli occhi di tutti.

Sebbene l’operato dei maestri Cosmati, cioè della famiglia di Lorendo di Tebaldo, possa considerarsi esaurito entro la metà del XIII secolo, la produzione di monumenti nello stesso stile, per quanto riguarda soprattutto gli arredi delle chiese e, nella fattispecie, le cappelle gotiche delle tombe dei personaggi importanti, continuò con le famiglie di marmorari successive, fino alla fine del 1200. Così, dal 1264 al 1279 troviamo all’opera Cosma II, figlio di Pietro Mellini e i figli di quest’ultimo, Iacopo III, Giovanni, Deodato, Pietro e un incerto Carlo che lavorarono fino al 1299 ad eccezione di Deodato, forse l’ultimo, che è attestato dal 1290 al 1332. E questi sono gli ultimi maestri della scuola cosmatesca i quali lasciarono il posto a quella nuova generazione di talenti che iniziavano a scrivere la storia dell’arte pittorica italiana. Il primo e più famoso tra questi è certamente Giotto di Bondone che nacque nel 1267 ed era quindi giovanissimo quando i figli di Pietro Mellini firmavano i loro lavori sul finire del 1200.

Possiamo immaginare come la sua giovane mente fosse influenzata dalle meravigliose decorazioni musive degli arredi religiosi che poi riprodusse fedelmente in molte delle sue opere, sia nella raffigurazione dei monumenti che come elementi decorativi spaziali. E’ in questo periodo, infatti, e per mano sua e dei suoi seguaci, che le rappresentazioni decorative cosmatesche sono realizzate con quel senso di totale realtà dimensionale, e di bellezza cromatica, come fosse una continuazione dell’opera dei maestri marmorari che fino ad allora avevano avuto il compito di decorare i monumenti religiosi. Sembra quasi di cogliere come uno spirito di conservazione di una bellezza artistica che di li a poco sarebbe svanita nel nulla e di cui si sarebbe potuto conservare solo un nostalgico ricordo. Così Giotto sembra intepretare l’arte musiva dei Cosmati che riproduce in modo totalmente fedele sia nei complicati patterns geometrici che nella simmetria dei colori di ciascuna tessera che li compone. Come se avesse avuto l’intenzione di non far dimenticare i dettagli di un’arte che, sebbene nell’ultimo periodo dalla sua fioritura, egli stesso aveva vissuto in prima persona. Infatti, nel 1280, durante un suo viaggio a Roma, conobbe Arnolfo di Cambio che forse lo introdusse nel cantiere di Assisi dove lavorarono anche altri artisti romani, come Jacopo Turrita e Filippo Rusuti.

In Giotto si ha forse la più significativa rappresentazione delle decorazioni cosmatesche raffigurate in modo talmente reale da far rivivere pienamente lo spirito e l’arte dei marmorari cosmati. Così egli riproduce minuziosamente i patterns geometrici formati con i quadratini, o con i triangoli, i motivi di stelle come viste nel chiostro dei Santi Quattro Coronati, e ne forma le fasce decorative perimetrali di portali, addirittura di colonne tortili, di campiture degli archi gotici di cappelle funerarie e sepolcri, trabeazioni, transenne presbiteriali, troni e addirittura in qualche caso raffigura porzioni di pavimento con motivi cosmateschi, come nella Presentazione di Cristo al Tempio dove inserisce motivi a stelle tra tessere esagonali, e un San Pietro in Trono con un pavimento di variegati motivi cosmateschi. Insomma si sente che egli è il più grande pittore che si forma sotto la diretta influenza dell’arte dei Cosmati.

Esempi di decorazioni cosmatesche nelle opere di Giotto.












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